25 Maggio 2024
COLDIRETTI BOLZANO IN ASSEMBLEA: BILANCI E NUOVE SFIDE

Il presidente provinciale Luca Rossi: “Dalla mobilitazione del Brennero partita la raccolta firme per dire no al cibo importato e camuffato come Made in Italy”

Dalla battaglia contro il cibo artificiale alla riforma del lavoro occasionale a tempo determinato in agricoltura, dalla problematica dei grandi carnivori allo stop alla norma “ammazza stalle”, passando per il tema della salvaguardia delle risorse idriche e la difesa della zootecnia, la necessità di investire in ricerca e dare battaglia alle folli politiche europee che mettono in ginocchio la nostra agricoltura.

E’ stata un’assemblea partecipata e ricca di spunti quella di Coldiretti Bolzano che si è tenuta a Salorno venerdì 24 maggio.

La relazione di bilancio del presidente provinciale Luca Rossi ha anticipato la votazione del bilancio, che è stato approvato all’unanimità dei presenti.

Tra gli interventi quello del presidente regionale di Coldiretti Gianluca Barbacovi e del direttore Enzo Bottos, oltre che di Herbert Dorfmann, candidato alle imminenti elezioni europee.

Il presidente Rossi ha voluto “ringraziare i colleghi Consiglieri Provinciali, il Direttore, tutti i collaboratori e, non per ultimi, i tanti soci, che anche in quest’ultimo anno ci sono stati vicini con la consapevolezza che, solo uniti, si potranno vincere ulteriori e necessarie battaglie”.

Un passaggio fondamentale ha riguardato la recente mobilitazione che ha portato migliaia di agricoltori al Brennero e ha dato il via alla raccolta di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini ed il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’UE.

È partita dal Brennero -ha ricordato Rossi- la nostra grande mobilitazione per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. Una proposta sostenuta da diecimila agricoltori provenienti da tutta Italia che, in due giorni, sono giunti alla frontiera, assieme a centinaia di agricoltori del Trentino Alto Adige, e che grazie alle operazioni delle forze dell’ordine hanno potuto verificare il contenuto di tir, camion frigo, autobotti in ingresso in Italia.

E’ stata davvero impressionante la mole di prodotti stranieri intercettati. Dalle cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani all’uva indiana spedita a Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. Ed anche un tir carico di grano senza tracciabilità. Davanti all’invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore noi chiediamo maggiori controlli per bloccare le truffe. È necessario anche lo stop all’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto seccare in preraccolta col glifosato, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti aia produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo.

Nel giro degli ultimi dieci anni le importazioni di cibo straniero sono aumentate del 60% raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori. Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato ed è proprio da lì che abbiamo rilanciato la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei. Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee. Con l’avvio della raccolta firme puntiamo a smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale.

Ma la campagna punta anche a mettere finalmente in trasparenza tutti quei prodotti che sono ancora oggi anonimi e che rappresentano circa un quinto della spesa degli italiani.

Dobbiamo dire basta alla concorrenza sleale e fermare i cibi contraffatti che passano dalle frontiere e dai porti europei.

La nostra mobilitazione, in continuità con il lavoro fatto a Bruxelles in questi mesi, prosegue a difesa del reddito degli agricoltori e a salvaguardia della salute dei cittadini”.