“L’approvazione del decreto salva spesa Made in Italy da noi fortemente sostenuto è un grande risultato per l’agricoltura italiana e un importante passo avanti rispetto a una delle nostre battaglie storiche”.
Esprime grande soddisfazione il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi nel sottolineare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.32 del 08-02-2022 del Decreto Interministeriale sulla etichettatura di origine obbligatoria firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e della Salute Roberto Speranza.
Il decreto introduce l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dell’ingrediente principale, dal latte ai derivati del pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta.
“Il provvedimento – sottolinea Barbacovi - prevede che sulle etichette dei principali alimenti sia obbligatorio indicare la provenienza per consentire scelte di acquisto consapevoli in un momento in cui è importante sostenere l’economia, il lavoro e il territorio nazionale”.
Sarà cosi possibile distinguere – spiega la Coldiretti - la pasta ottenuta dal grano duro italiano da quella con grano canadese trattato in preraccolta con il glifosato secondo modalità vietate in Italia. Ma anche smascherare – continua la Coldiretti – la mozzarella con il latte lituano da quella con latte tricolore o i salumi da carne di suino proveniente da Belgio o Olanda rispetto a quelli allevati in Italia o ancora il concentrato di pomodoro cinese da quello Made in Italy.
“Il provvedimento rappresenta un passo determinante per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali” ha affermato il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “il decreto garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa ¾ della spesa ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti”.
“L’Italia, che è leader europeo nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’Ue – ha aggiunto Prandini – poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei”.
Il provvedimento risponde anche alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare, scorrendone quella sorta di carta d’identità istantanea che è l’etichetta. L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia.